autore Tommaso
Luglio 2012..............era
l'ultimo tratto verso la vetta , non sentivo piu' niente , ne' fatica ne' dolori
, arrampicavo e basta e dopo l'ennesimo salto di roccia superato , quasi
stupito perche' pensavo fosse ancora piu' su , mi ritrovo davanti agli occhi
quel grosso macigno con su scritto Vetta Centrale . Per dieci secondi son
rimasto immobile , il mio pensiero e' stato ce l'ho fatta , mi giro verso
Giuseppe che era dieci metri sotto di me e con forte emozione gli dico "
Giuse' , non ci crederai " , " che c'e' Tomma' " , "
Giuse', la Vetta Centrale e' qui , ce l'abbiamo fatta " .
Ma come ci si era arrivati
fin la' , facciamo un salto all'indietro , a tanti tramonti fa , quando nelle
buie e fredde giornate d'inverno l'unica alternativa era quella di viaggiare virtualmente e sognare
realmente , quando si va in rete per vedere gli amici cosa fanno , quando Mauro
e Fernando ti spedivano un video al giorno delle loro uscite in montagna , anche se andavano al
supermercato ti spedivano un video , gia' , quando quando e quando , ma io
quando sarei tornato in montagna ? Intanto ce l'avevo li' davanti , sul desktop
, tutte le volte che accendevo
il computer , questo magnifico versante sud del corno grande , e certo perche'
mi piaceva farmi del male sapete . Fissavo l'immagine e pensavo , sull'orientale ci sono stato
, la mia prima sull'occidentale sara' per la direttissima , lo so gia' , ma
queste altre due vette , il Cambi e la Vetta
Centrale , e si' , sarebbe proprio un sogno . Adesso mi vado a leggere qualche
relazione ma so gia' che per adesso non e' roba per me . Ne leggo un paio dove
si parlava di doppie triple e quadruple , aleee' , vabo' , lasciamo stare . Ne
leggo una terza , non si parlava ne' di corde ne' di manovre impossibili , si
parlava di arrampicare e disarrampicare , solo mani piedi e prudenza . Aspetta
aspetta un attimino , se l'hanno fatto loro posso farlo anch'io , mi piacciono
le esposizioni , ho una certa predisposizione alla roccia , cos'altro mi manca
? Speriamo che questo mio peccare di presunzione non mi provochi qualcosa
qualche giorno ma quando mi rendo conto che una cosa si puo' fare mi ci butto ,
costi quel che costi . E' ora di proporre queste due vette sul forum , vediamo
cosa succede . Giorgio aderisce subito , Luca se sara' libero verra' e
Erteschio mi dice che ho esagerato . Questa proposta d'uscita ha tutto il tempo di maturare e prendere
sempre piu' la forma di una impresa . Intanto si inserisce per vie traverse
Giuseppe , grande trekker del Pollino , grazie a lui so molto di questo
straordinario gruppo montuoso senza esserci mai stato . All'avvicinarsi della
data fioccano le rinunce , tacite ed espresse , anche Giorgio , costretto da
una tendinite rinuncia non senza prima essersi assicurato che io non stessi da
solo , in quel caso fino al Bafile sarebbe venuto , non oltre . Grazie Giorgio
, grazie lo stesso ma con me c'e' Giuseppe , tieniti in forma per la prossima .
L'incontro con Giuseppe e' alle sei e trenta a Campo Imperatore , si parte
subito direzione incrocio Direttissima-Bafile , ci arriviamo lasciando libero
sfogo alle parole , chiaccherare per conoscersi senza mai perdere il passo e di
fronte al grande Corno mi diceva : vedi Tommy , noi e' questo che non abbiamo .
Arrivati all'incrocio per il Bafile facciamo una pausa e prima di ripartire ci
armiamo a dovere per la ferrata. Giuseppe parla , parla molto e io gli rispondo
, molto anch'io . E' incantato da tutto quello scenario , non vuole perdersene
neanche un po', si vede che non ha fretta , io pero' so che il giro e'
abbastanza lungo , quindi passo davanti e detto i tempi . E via via consumiamo
tutti quei passaggi letti e straletti , la ferrata , la famosa comba con il suo
Canalone Centrale , la Valle dell'Inferno , il Rifugio Bafile fino ad arrivare
all'attacco del canale che portava su alla Forchetta del Calderone . Comincia
l'arrampicata vera e propria , si sale su con prudenza cercando di far cadere
meno sassi possibili , la via e' ripida ma sicura , appigli e appoggi in
abbondanza , e piu' si saliva e piu' si guardava sotto , Giuseeeee' , ci seiii?
vai Tommy vai , eccitati fino all'inverosimile . Ed ecco finalmente Punta
Loretta , questo straordinario gendarme che ti dice che ormai sei sulla Forchetta del Calderone .
Immaginate la scena , come quando spizzichi una carta a
poker , cosi' venivano fuori dalla forchetta le cime del Corno Piccolo , piano
piano e poi , quando sei su completamente rimani a bocca aperta e ti si apre
tutto quello che non avevi sul desktop . Ammirando il Ghiacciaio del Calderone
che era a strapiombo sotto di noi scendiamo una decina di metri sull'altro
versante per poi ritrovarci sulla terrazza inclinata che vista da lontano fa un
certo effetto ma quando ci sei su e' tutto a posto e via dritti verso la via
Gualerzi , la famosa via che mi ha dato tanto da pensare . Cominciamo a
risalirla , questa ancora piu’ ripida ma sempre sicura e cominciavano a venir
fuori le prime perplessita' per disarrampicarla . Giuse' , dicevo io , ci
pensiamo dopo , raggiungiamo prima i nostri obiettivi , in un modo o nell'altro
ce la caveremo . Sappiamo di essere quasi sul Cambi ma veniamo distratti da due
vette vicinissime : e adesso qual'e ? Dopo averla individuata puntiamo dritti
verso la sua cima inventadoci un IV grado libero e finalmente si cominciava a
sognare , eravamo sul Torrione Cambi . Giusto il tempo di lasciare traccia sul
libro di vetta stracarico di firme che con lo sguardo studiavo la via per
salire sulla Centrale , era davanti a noi , quasi tutta . Bisognava scendere
dentro un canale sul versante sud per poi ricominciare ad arrampicare passando
dentro un masso incastrato , io ho preso una specie di scorciatoia traversa
risbucando al di sopra di questo masso , per la stanchezza cominciavo ad
inventarmi vie pur di evitare metri e metri da arrampicare . Giuseppe me lo ha
detto , non mi piace quello che hai fatto Tommaso , e' rischioso , ed io gli ho
risposto che non era piaciuto neanche a me , ma ormai cercavo di sfruttare tutti
quei frammenti di lucidita' che mi erano rimasti , arrampicavamo da parecchio e
la stanchezza cominciava a disturbare le mie progressioni . La vetta era
vicinissima , lo sapevo , lo sapevamo , Giuseppe non parlava piu' , era dieci
metri sotto di me , io non gli rispondevo piu', ero dieci metri sopra di lui
,arrampicavamo e basta quando all'improvviso mi accorgo che non c'era piu'
niente da arrampicare , il grosso macigno con su scritto Vetta Centrale era
davanti a me , a un metro e mezzo di distanza e con musica stile Rocky Balboa
mi avvicino al grosso masso , lo tocco , segno della croce e mani verso il
cielo a dire ce l'ho fatta . Arriva anche Giuseppe , abbraccio e stretta di
mano , ce l'ha fatta anche lui , era una sensazione bellissima il fatto che
fino a cinque ore prima non ci conoscevamo neanche . E finalmente la sosta di
vetta che piace a me , mezz'ora seduti a fare quello che ci piaceva , a
sentirci in cima al mondo e mangiare ,
telefonare , sognare nuove vie ...............
Ok Giuse' , e' ora di scendere
, ci aspetta un lungo ritorno a parte la Gualerzi che non sappiamo ancora
com'e'. Ci ricomponiamo per riavvarci
ma ecco che salgono altri due alpinisti , tocca aspettare , la precedenza
sempre a chi sale . Arrivano in cima anche loro e noto subito che erano muniti
di una lunga corda . Dopo una chiaccherata di rito lui mi fa : ma come andate
giu' ? E noi con aria fischiettante : ovviamente disarrampicando . Dai mi fa ,
scendete con noi in doppia , la Gualerzi e' un po' bruttina . A quel punto i miei
occhi illuminati come se gli dicessero :speravo proprio tu ce lo chiedessi . Insomma
dopo avergli detto che non ero mai sceso in doppia lui mi dice di non
preoccuparmi , ci avrebbe pensato lui
...............ma io non ero affatto preoccupato , ero stracontento , meglio di
cosi' non mi poteva capitare , lezioni di doppia sulla Vetta Centrale , quale
migliore scuola . E qui comincia tutta un'altra storia , il gruppo ingrandito era
composto da Emanuele ed Eliana di Roma , Giuseppe ed io , che banda ragazzi !
Indovinate chi scende per primo ? Ma io naturalmente . Emanuele tira fuori un
moschettone per me e Giuseppe un secchiello , sempre per me , mi spiegano un
attimino come fare e via giu' in doppia per una ventina di metri , a seguire
Eliana poi Emanuele ed infine Giuseppe .Gli ho subito detto che con il mezzo
barcaiolo prima del secchiello ero troppo frenato e quindi dietro suo permesso
l'ho eliminato , adesso si' che sentivo la discesa . Dopo la seconda calata che
ci portava definitavamente giu' dalla Centrale do' una mano ad Emanuele a
riavvolgere la corda che era una bella settanta metri, a quel punto dovevamo
risalire una trentina di metri per cominciare la discesa sulla Gualerzi per
finire poi sul ghiacciaio . Il primo a scendere e' stato Emanuele , pensate ,
una settanta mt non e' bastata ad arrivare alla seconda sosta , aspettavamo un
segnale al suo arrivo , ne' lo vedavamo ne' lo sentivamo ma all'alleggerirsi
della corda vuol dire che si poteva scendere . Ad ogni calata inevitabilmente
si creava una scarica di sassi , c'era da stare molto attenti . In sosta , non
proprio comoda , sempre Emanuele ci ha consigliato di legarci mentre lui
recuperava la corda , schiacciati da un forte vento freddo abbiamo ubbidito .
Ormai avevo preso una certa confidenza con la doppia , glie lo dissi ad
Emanuele , quando torno a casa apro una scuola . Altra calata e terza sosta , molto piu' comoda tant'e' che Eliana
tira fuori le prugne ma con un movimento strano fa partire in calata la sua
macchina fotografica e noi a bocca aperta la vediamo ruzzolare fino al
ghiacciaio . Eravamo parecchio dispiaciuti per l'accaduto ,
c'era dentro tutta la sua giornata , il minimo che potevamo fare e' provare a
recuperarla una volta arrivati giu'. Con un
altro paio di calate ci ritroviamo alla base della Gualerzi , soddisfatto ma
inconsapevole del lungo ritorno che mi
aspettava non avendolo mai percorso mi butto , con Emanuele , giu' nel
ghiacciaio alla ricerca della compatta di Eliana . Ha la custodia gialla ci
diceva , purtroppo siamo tornati a mani vuote . Il Passo del Cannone , la Conca
degli Invalidi e la Sella del Brecciaio , attraversando questi passi si tornava
alle auto , un enorme anello che si e’
concluso dopo undici ore , un anello fatto di emozioni e di montagna , di vette
e di bella gente . Giuseppe mi raccontava dei quattromila fatti e da fare , mi
viene da sorridere se ci ripenso perche' non ne ha saltato neanche uno ,
Emanuele , profondo conoscitore del Gran Sasso mi spiegava tutto , me lo
spiegava perche' ero io a chiedergli tutto , anche Eliana , di poche parole
,compagna nella vita ed in montagna di Emanuele sapeva il fatto suo , era sulla
Centrale con noi e se vi sembra poco ! All'albergo di Campo Imperatore la
classica bevuta e scambio di indirizzi , un arrivederci brutto
da accettare come sempre mi succede , soprattutto con Giuseppe , chissa' quando
ci saremmo rivisti e poi la classica quanto obbligata partenza verso casa e una volta arrivato
cambiero’ lo sfondo del desktop , ci mettero’ l'immagine del Monte Bianco , chissa' se prima o poi ! Chissa' in quanti hanno accettato la
mia testardaggine nel voler percorrere questa splendida via ma signore e
signori io sono Tommaso e chi mi ama lo fa per quello che sono .
Ci vediamo in montagna .
Nessun commento:
Posta un commento